Si dimenticano tante cose nel corso della vita, ma non quelle di quando eravamo bambini.
Tutto era grande e semplice: la casa, le poche cose, la felicità dell’innocenza, la spavalderia, le immagini di serenità che i miei hanno cercato di darmi compiendo così un atto estremo d’amore e di sacrificio come solo i genitori sanno fare.
Perchè, quando sono nato io, c’era la guerra: lo sapevamo anche noi bambini. Ho dei fievoli ricordi della sirena d’allarme che straziava la nostra apparente quiete e che ci obbligava a correre nel rifugio [per noi era la cantina del Foscolo], ma, nonostante tutto, grazie alla fierezza e all’affetto dei ‘grandi’ riuscivamo a giocare e ad accontentarci delle piccole grandi cose che avevamo e a rimanere quindi bambini.
La mostra non ha un ordine prestabilito, proprio perchè i ricordi si presentano a casaccio e mi fanno venire alla mente la voce della mamma che mi chiamava dalla porta di casa, le risate e la spensieratezza dei giochi ‘poveri’ con i miei amici, di quando bastava un niente per essere felici, le belle mani di mio padre che mi hanno lasciato troppo presto, l’orgoglio dipinto sul volto della mamma che apparecchiava la tavola e metteva al centro un’arancia per dolce, una vera sciccheria.
Ecco per voi i miei ricordi spettinati, immagini seppia scolorate dal tempo che è passato, ricordi che si affastellano con quieto disordine nel mia mente e nel mio cuore.
SCHEGGE DI MEMORIA